COM’E’ NATO “IL MIO MIGLIORE AMICO DI GIOCHI”

COM’E’ NATO “IL MIO MIGLIORE AMICO DI GIOCHI”

Correva l’anno 2019 ed io ero in piena “trans agonistica”. Questa volta non in una partita di calcio, ma nella scrittura. Avevo già scritto qualche racconto e diverse poesie per alcuni concorsi, quando un giorno mi apparve, per caso, l’annuncio di un concorso, il cui tema era: “Storie di Sport”.

La sera stessa aprii il computer, dopo cena. Ricordo che era venerdì sera, il giorno dopo quindi niente sveglia alle 6.45 per andare a lavoro. Il concorso, nello specifico, era alla ricerca di storie di sport che facessero emergere le emozioni e le sensazioni legate ad un’esperienza sportiva: una singola partita, una stagione, una vita intera…non faceva differenza. E così il racconto partì spontaneo. Cosa c’è di meglio per far emergere, e far percepire al lettore, le proprie emozioni, se non quelle vissute in prima persona?

Cominciai a scrivere alle 22 circa e mia moglie, conoscendomi, verso le 23 mi salutò con un sarcastico :”Io vado a letto, non fare tardi…”….tanto lo sapeva già che prima delle 01.00 non sarei andato a letto.

Una volta aperto il foglio vuoto di word, la mia memoria fece lo sforzo di arrivare il più lontano possibile, cercando di andare a ritroso fino al punto più lontano per riuscire a “vedermi” per la prima volta con il pallone fra i piedi. Da lì, una volta “toccato” quel punto, le parole sono partite fluide e scorrevano come un film davanti a me. Un binomio di memoria e di cuore che stava ripercorrendo la mia vita legata al MIO MIGLIORE AMICO DI GIOCHI: proprio così mi venne spontaneo chiamare quel pallone che avevo fra i piedi, sin dalle prime righe.

Quella sera chiusi al computer alle 02.30 di notte. Nei giorni seguenti, in ogni piccola pausa dal lavoro, mentre pranzavo, mentre cenavo, mentre facevo il caffè o mentre facevo una lavatrice o una lavastoviglie, nella mia testa quel racconto andava avanti. Nell’arco di altre tre o quattro sere, tutto il film della mia memoria fu messo su quel foglio di word. Il difficile fu sintetizzare e far rientrare nei parametri di lunghezza richiesti dal concorso, quel racconto.

Alla fine ce la feci, sintetizzai in 12 pagine “piene” di word le tappe fondamentali della mia vita legate al “pallone”, cercando di mettere sotto la “lente di ingrandimento” alcune scene ed alcuni aneddoti che mi hanno lasciato “il segno”. Alla fine avevo “buttato giù” un racconto in cui ho cercato di far percepire al lettore come questo sport, il calcio, è riuscito ad essere per me un insegnamento di vita.

Uno di quei giorni, per caso, scorrendo velocemente la bacheca notizie di Facebook, vedi distrattamente questo logo Tornai sull’annuncio e vidi che Sportitalia, il canale dedicato allo sport sul Canale 60 del digitale terrestre, stava lanciando un nuovo progetto: Sportitalia Edizioni, ovvero l’emittente voleva diventare casa editrice per lo sport ed era alla ricerca di autori che sapessero raccontare storie di sport. Mi informai un po’ su internet…ed era tutto vero!

https://www.calcioefinanza.it/2019/09/24/nasce-sportitalia-edizioni-sportitalia-diventa-editore-di-sport/

Decisi così di contattarli inviando una mail alla redazione, era inizio novembre. Dopo circa due settimane, mentre ero in pausa pranzo durante il lavoro, vidi una chiamata da un numero di cellulare non memorizzato in rubrica…pensavo fosse il solito call center dei gestori della luce o del gas. Risposi, giusto per dirgli che non mi interessava niente e di non disturbarmi più durante il pranzo…”Pronto…” dissi con voce stizzita…”Signor Cartei? Buongiorno, la chiamo da Sportitalia Edizioni….” Mi alzai subito dal tavolo ed andai fuori dal locale dove stavo mangiando con i miei colleghi…scusandomi innanzitutto per il tono della risposta. La gentile voce al di là del telefono mi chiese se, oltre ad essere interessato al progetto, avevo già qualcosa di pronto da potergli proporre; risposi che avevo scritto un racconto breve, da inviare ad un concorso. Mi venne dato un indirizzo e-mail dove poterlo inviare. I miei colleghi mi videro tornare al tavolo con il sorriso di un bambino dopo aver giocato a pallone…appunto!

Quel racconto alla fine non lo inviai più al concorso. Nella mail che inviai a Sportitalia Edizioni specificai che avevo in mente di ampliarlo, ed anche di parecchio, e che, se volevano, potevo dargli anche un finale diverso.

Nel frattempo passarono dicembre e le feste di Natale, la Befana e quasi tutto gennaio…nessuna risposta. Cominciai a perdere le speranze. Poi il 21 gennaio 2020 arrivò “dal nulla” una mail con il contratto di pubblicazione. Ci sentimmo poi telefonicamente con la mia redattrice ed “angelo custode”, che mi ha sempre accompagnato passo dopo passo in quest’avventura. Ero un po’ disorientato, si trattava della pubblicazione del mio primo libro…chiesi subito se dovevo ampliare il racconto: ricordo ancora la risposta: “No, non importa, non è detto che un libro per piacere ai lettori debba per forza essere lungo”. Come ricordo ancora le parole scritte su Whatsapp dalla redattrice, dopo averlo letto:

“Buongiorno Sandro, ho già fatto le correzioni, il tuo racconto mi è piaciuto molto, è pieno di senso e passione. Dovrebbero leggerlo tutti i ragazzi che praticano sport, un gran bell’esempio”

Da lì in poi è partito il tutto: sinossi, biografia, copertina, correzione della bozza finale. Ma quelle parole della mia redattrice hanno rappresentato la soddisfazione più grande: la mia “prima lettrice” aveva colto in pieno lo spirito con cui ho scritto quel racconto e con il quale ho vissuto sempre le esperienze legate al “pallone”: SENSO E PASSIONE.

Spero che questo libro sia da ESEMPIO per i BAMBINI E I RAGAZZI che praticano questo sport, ma che riesca anche a far RIPERCORRERE con PIACERE E NOSTALGIA momenti di “sport” e di “vita” vissuti dai “più grandi”.